Giornata Mondiale della Gentilezza


Il 13 novembre celebriamo la Giornata Mondiale della Gentilezza, un invito a riscoprire il valore dei gesti semplici che uniscono e rendono migliore la nostra comunità.

Essere gentili significa ascoltare, aiutare e rispettare gli altri, costruendo relazioni basate su empatia e rispetto.

Nel nostro istituto, la gentilezza è un pilastro educativo: ogni classe partecipa con progetti e iniziative per diffondere questo valore universale, perché la gentilezza genera gentilezza.

Su questo tema George Saunders (1958), che ha vinto il PEN/Malamud Award per l’eccellenza nell’arte del raccontare, ha tenuto qualche anno fa ai laureandi della Syracuse University questo discorso: 

C’è un equivoco, in ciascuno di noi, anzi, una malattia: l’egoismo. Ma esiste anche una cura: abbondare in gentilezza. Si usa chiedere un consiglio di cuore ad un vecchio - con gli anni migliori alle spalle che durante la vita ha commesso una serie di errori - da parte di un gruppo di splendidi e gagliardi giovani che hanno davanti tutti gli anni migliori. Una cosa utile che si può fare con un anziano è chiedergli: Se guardi indietro, che cosa ti dispiace? Ebbene io non racconterò le tante sciocchezze o i guai che ho combinato. Invece mi dispiace – e mi resta vivo nella mente – di non esser stato gentile in seconda media, quando arrivò una compagna timida e impacciata che si mordeva una ciocca di capelli e che tutti scansavano e prendevano in giro, anche per via dei suoi grandi occhiali. Se ne andò con tutta la famiglia di lì a pochi mesi. Io non ero tra i più “feroci”eppure ci penso ancora a distanza di quarantadue anni: ho questo tarlo, ciò che più mi dispiace sono le volte in cui non sono stato gentile.

(....) Riuscire a farcela - qualunque cosa significhi per voi - è difficile ed è un bisogno che si rinnova costantemente ( è come una montagna che continua a crescere mentre la scaliamo) e c’è il pericolo assai concreto che ci vorrà tutta la vita per “riuscire a farcela”, mentre i grandi interrogativi rimangono disattesi. Quando mi guardo indietro vedo che ho passato gran parte della vita offuscato da cose che mi spingevano ad accantonare la gentilezza.

Cose come l’Ansia. La Paura. L’Insicurezza. L’Ambizione. La convinzione sbagliata che solo se fossi riuscito ad accumulare successo, soldi, fama a sufficienza le mie nevrosi sarebbero sparite. Di sicuro ho vissuto in questa nebbia almeno da quando mi sono diplomato: devo essere gentile – sto meglio quando lo sono - ...MA...prima fammi finire l’università, fammi affermare nel lavoro, fammi comprare casa, “tirar su” i figli ...poi comincerò ad essere gentile. ... Perciò ecco un consiglio veloce a chiusura del discorso: cominciate subito! Cercate le medicine antiegoismo più efficaci per voi – dallo Studio, dalle Arti, dalla Meditazione, dalle Relazioni con un amico...- cercatele con energia ...scoprite cosa vi rende più gentili, cosa vi libera e fa emergere la versione più affettuosa, generosa e impavida di voi stessi e cercatela come se non ci fosse niente di più importante ...perché in effetti non c’è niente di più importante! ...Dunque, per quanto potete, ABBONDATE IN GENTILEZZA!